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Come creare una presentazione multimediale efficace?

Con la ripresa della didattica a distanza – o con la prosecuzione della didattica digitale integrata – si pone per i docenti e per gli studenti italiani il problema della creazione di contenuti efficaci per l’apprendimento. Può essere dunque utile approfondire le radici teoriche dell’apprendimento
multimediale, studiate soprattutto dallo psicologo dell’educazione statunitense Richard E. Mayer, considerato uno dei ricercatori più influenti nel campo dell’educazione.

La sua teoria dell’apprendimento multimediale è largamente citata e i risultanti principi su come progettare materiali di apprendimento multimediale sono diventati uno standard nel mondo della progettazione didattica. Come si legge sulla sua pagina personale dell’Università di California Santa Barbara, la rivista Contemporary Educational Psychology lo ritiene lo psicologo dell’educazione più produttivo al mondo.

Dodici principi per una presentazione multimediale

Dalla sua teoria cognitiva dell’apprendimento multimediale discendono infatti dodici tipi di effetti sull’apprendimento, relativi alla progettazione della risorsa multimediale, che permettono di individuare le caratteristiche della presentazione multimediale efficace.

I dodici principi che guidano la creazione di una presentazione multimediale sono pertanto coerenti con ciò che sappiamo sul modo in cui le persone imparano dalla combinazione di parole e immagini.

L’efficacia di ognuno di questi principi è stata verificata studiando le performance di due gruppi alle prove con test che prevedevano forme di transfer cognitivo.

I dodici principi individuati da Mayer sono:

  1. principio di coerenza
  2. principio di segnalazione
  3. principio di ridondanza [O meglio, principio di non ridondanza]
  4. principio di contiguità spaziale
  5. principio di contiguità temporale
  6. principio di segmentazione
  7. principio di formazione pregressa
  8. principio di modalità
  9. principio di multimedialità
  10. principio di personalizzazione
  11. principio di voce
  12. principio di immagine

L’efficacia della multimedialità

L’efficacia dell’applicazione di questi principi di progettazione è stata provata mediante una serie di test somministrati a due gruppi di discenti: gli uni avevano studiato su presentazioni multimediali che tenevano conto dei principi (gruppo sperimentale), gli altri su presentazioni multimediali che non ne tenevano conto (gruppo di controllo).

Applicando la formula di Cohen (Statistica per le scienze del comportamento, 1988) si calcola la dimensione dell’effetto (effect size, d) sottraendo il punteggio medio del gruppo di controllo al punteggio medio del gruppo sperimentale, e dividendo per la deviazione standard del campione. In questo modo è stato possibile verificare quanto i risultati del gruppo sperimentale fossero migliori rispetto a quelli del gruppo di controllo. Gli effetti sull’apprendimento sono stati controllati per ciascun principio, permettendo così un’analisi comparata tra di essi aldilà delle loro differenze.

I primi cinque principi riducono l’elaborazione delle estraneità. Di questi, i più efficaci sono risultati il principio di contiguità temporale, secondo cui le persone apprendono meglio quando parole e immagini corrispondenti sono presentate simultaneamente; il principio di contiguità spaziale, secondo cui le persone apprendono meglio quando parole e immagini corrispondenti sono presentate vicine fra loro; il principio di coerenza, secondo cui le persone apprendono meglio quando parole, immagini e suoni estranei sono esclusi dalla presentazione.

I principi sei, sette e otto gestiscono l’elaborazione essenziale. Di questi, il più efficace è il principio di modalità, secondo cui le persone apprendono meglio da elementi grafici uniti a narrazione piuttosto che da animazioni e testo scritto.

Gli ultimi quattro principi promuovono l’elaborazione generativa. Di questi, i più efficaci sono il principio di multimedialità – le persone apprendono meglio da parole e immagini insieme – e il principio di personalizzazione, secondo cui le persone apprendono meglio se le parole sono espresse in uno stile colloquiale.

La multimedialità è più utile per i discenti “deboli”

Ogni principio ha le proprie condizioni limite che ne caratterizzano l’efficacia, come le caratteristiche individuali del discente, la complessità del tema trattato nella presentazione e la velocità con cui è somministrata. Tuttavia, le condizioni limite si possono riassumere in due condizioni limite generali.

Condizione delle differenze individuali: gli effetti di una presentazione multimediale rispettosa dei principi di progettazione sono più evidenti nei discenti “deboli”, cioè con minori conoscenze pregresse, rispetto ai discenti “forti”. (vedi figura)

Su questo punto c’è un’ampia convergenza di ricerche, che portano a concludere che la combinazione di parole e immagini è più utile per
discenti che non hanno molta conoscenza o esperienza in un certo campo, rispetto ai discenti più esperti. Alcune ricerche si spingono a definire un “effetto contrario di competenza”, provando come metodi di apprendimento funzionali a discenti “deboli” possano persino avere
effetti negativi sull’apprendimento di discenti “forti”.

Un secondo gruppo di condizioni limite sono le condizioni di complessità e ritmo (pacing): gli effetti di una presentazione multimediale rispettosa dei principi di progettazione sono più evidenti quando il contenuto è complesso e quando il ritmo della presentazione è rapido.

La teoria cognitiva sull’apprendimento multimediale può spiegare tale assunto ipotizzando che tecniche che riducono l’elaborazione delle estraneità o tecniche che gestiscono l’elaborazione essenziale siano particolarmente utili quando il discente si trova di fronte a un contenuto e a un ritmo di presentazione che possono più facilmente sovraccaricare il suo sistema cognitivo.

Riassumendo: sei domande sulle presentazioni multimediali

  1. Le presentazioni multimediali funzionano?
    Sì, perché gli studenti ottengono risultati migliori quando studiano su materiali multimediali (immagini e parole) piuttosto che solamente sui testi.
  2. Quando funzionano le presentazioni multimediali?
    Dieci caratteristiche sono da tenere in considerazione: coerenza dei contenuti, segnalazione dei concetti importanti, non ridondanza di parole narrate e scritte, contiguità spaziale, contiguità temporale, segmentazione dei contenuti, conoscenza pregressa dei concetti importanti, modalità orale e non scritta del testo, personalizzazione del testo in uno stile colloquiale, voce umana piuttosto che sintetizzata.
  3. Per chi funzionano le presentazioni multimediali?
    Le presentazioni multimediali ben progettate funzionano meglio per studenti “deboli”.
  4. Per quale tipo di contenuto funzionano? Presentazioni multimediali ben progettate sono più efficaci per un argomento complesso e presentato velocemente.
  5. In che modo funzionano le presentazioni multimediali? I riscontri sono coerenti con una teoria dell’apprendimento multimediale basata su tre assunti: i canali visivo e uditivo sono separati; i canali hanno una capacità limitata; l’apprendimento significativo è attivo.
  6. Cosa rende una presentazione multimediale efficace?
    La presentazione multimediale efficace è una narrazione animata concisa: deve contenere immagini e parole; immagini e parole devono essere simultanee; deve contenere solamente la spiegazione essenziale di cause ed effetti; deve essere presentata come narrazione e non come testo scritto o narrazione e testo scritto insieme.
    Lo stile della narrazione deve essere colloquiale.

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