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Prevenire e sensibilizzare: riflessioni a 10 anni dalla legge 170/2010

Contributo a cura della Dott.ssa Veronica Gandolfi, responsabile clinica dello Spazio Diagnostico del Centro A.m.p.i.a

In occasione della settimana nazionale della dislessia, che si tiene quest’anno dal 5 all’11 ottobre e del decennale della legge 170/2010, che mette in luce e tutela gli studenti con DSA, abbiamo ritenuto importante ritagliarci uno spazio di riflessione.

La dislessia, quale disturbo specifico dell’apprendimento, rientra tra i numerosi bisogni educativi speciali (BES) dei quali, come Spazio Diagnostico del Centro A.m.p.i.a., ci occupiamo ormai da alcuni anni. 

Attraverso la nostra esperienza clinica abbiamo maturato la convinzione che i bisogni dei bambini e dei ragazzi, siano essi difficoltà di apprendimento, di linguaggio, cognitive o psico-affettive, necessitino in primo luogo di venire visti ed accolti da adulti consapevoli, capaci di sintonizzazione affettiva ed empatia.

Riteniamo pertanto che sia fondamentale sensibilizzare il mondo degli adulti attraverso informazione, ascolto ed accoglienza empatica; solo contattando e comprendendo in profondità le fragilità dei bambini e valorizzando le loro risorse è possibile permettere una traiettoria evolutiva positiva nel loro processo di crescita.

Un compito importante di tutti gli adulti che si occupano di infanzia e adolescenza è quello di saper riconoscere precocemente segnali di fragilità, non solo per poter intervenire e potenziare le competenze carenti, ma per prevenire l’insorgenza di situazioni di disagio psicopatologico ben più severo.

Quanti casi, troppi, di bambini e adolescenti non visti nei loro autentici bisogni, giudicati pigri e svogliati, infragiliti emotivamente dall’incomprensione degli adulti di riferimento. Molto spesso una diagnosi di DSA tardiva comporta ferite emotive e crolli di autostima, dispersione scolastica e psicopatologia. 

La legge 170/2010 ha fatto luce sulla necessità di favorire una diagnosi precoce, ridurre il disagio emotivo e relazionale e favorire il successo scolastico. Eppure sembra ancora così difficile vedere, riconoscere, comprendere.  Più della metà dei ragazzi incontrati in prima valutazione per difficoltà scolastiche nel nostro centro frequenta una scuola secondaria di I o II grado e arriva con ferite emotive importanti e forte disistima.

La giornata di oggi ci porta dunque a riflettere sull’importanza della sensibilizzazione per prevenire questo disagio e promuovere il benessere.

Ma come? 

Creando un lavoro di rete che coinvolga famiglia, scuola e comunità sociale (come già indicato dalla legge 170/2010), allenando a riconoscere e comprendere le fragilità, offrendo uno spazio di sostegno alla genitorialità spesso ferita e disorientata e mettendo al centro, precocemente, il bambino nella sua interezza. Questa la nostra sfida.

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