-Prendi più tè.
-Non ne ho ancora preso niente, non posso prenderne di più.
-Vuoi dire che non puoi prenderne di meno! E’ facile prendere più di niente.
Alice nel paese delle meraviglie (1865),Lewis Carrol
Recenti studi neurologici hanno dimostrato che il cervello umano è geneticamente predisposto al calcolo.
Un bambino è capace fin dalla nascita di discriminare insiemi sulla base della loro numerosità – già i neonati riescono a discriminare le numerosità 2 e 3 – perché in un’area particolare, detta corteccia fronto-parietale, sono presenti e già attivi i circuiti neuronali matematici.
Questo significa che un bambino non solo distingue due insiemi in base al numero degli elementi contenuti, ma che si accorge anche delle variazioni di numerosità operate sugli insiemi stessi, ha cioè delle aspettative numeriche.
In altri termini, nei primissimi anni di vita, è già in grado di effettuare semplici operazioni matematiche come l’addizione e la sottrazione.
Ma perché con la crescita perdiamo questi doni naturali e i numeri si trasformano in entità estranee e difficili?
L’ambito matematico non viene stimolato nel periodo della scuola dell’infanzia.